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Dal 1999 la NASA sta monitorando la luna per scorgere e registrare eventuali possibili impatti meteorici sulla sua superficie. Nel 2009, l'amico Stefano Sposetti, fisico e insegnante al liceo di Bellinzona , mi ha convinto a intraprendere assieme quest'attività scientifica e tentare di "catturare" questi eventi. Da allora filmiamo, con una strumentazione adeguata, la superficie notturna della luna. I risultati delle nostre ricerche e osservazioni si trovano nel sito di Stefano e nelle pagine della rivista scientifica Selenology Today gestita da  Raffaello Lena di Roma, appassionato di astronomia e grande conoscitore e osservatore della luna. Anche al Marshall Space Flight Center della NASA sono registrate le nostre segnalazioni di probabili impatti di meteoroidi sulla luna.

Una descrizione dettagliata del nostro lavoro è contenuta nei articoli pubblicati nella rivista della Società Astronomica Ticinese "
MERIDIANA" e nella rivista Svizzera D'Astronomia "ORION", riportati in fondo a questa pagina.


.                                                                       

 
 
 
 

Con l'aiuto di Raffaello Lena, grande esperto in ricerche Lunari
abbiamo scritto un rapporto preliminare visibile QUI


Per vedere il filmato originale dell'evento cliccare
QUI

È stato pubblicato un articolo anche su
LUNAR PIONEER

Un Team di Scienziati Ucraini e Russi hanno
analizzato l’evento. Il lavoro scientifico è stato
presentato nel 2018 alla conferenza Internazionale
presso
"Institute of Astronomy, Kharkiv National University/Ucraina"

I loro rapporti sono visibili/scaricabili   
QUI  e  QUI

Un calcolo approssimativo della traiettoria e del punto d'impatto.

Cliccando sulle lune accanto è possibile vedere dei estratti video di
probabili impatti di meteoroidi , in basso è inserita l'ora universale.
Osservando attentamente si vede brillare, sulla superficie della luna,

un piccolo puntino bianco per una frazione di secondo.
A dipendenza dell'inquadratura, la posizione della Luna può variare.

 

Una software, creata da specialisti della NASA,
analizza i filmati ed estrae possibili eventi.
A destra l'immagine di una estrazione positiva,
cliccandoci  si può vedere il filmato.
Il nord si trova a sinistra dell'inquadratura.


La foto sotto indica la posizione approssimativa del possibile impatto sul suolo lunare.

IL grafico accanto dimostra i risultati di 200 ore di osservazione in due anni.
Dalla prima detezione nel febbraio 2011 di un probabile impatto, registrato da due postazioni osservative distanti diversi chilometri tra loro, la lista è giunta al numero 13 nel dicembre 2012.

Lista con i dati delle nostre registrazioni di impatti meteorici   QUI


Altri avvenimenti interessanti sono le meteore che sfrecciano nell'atmosfera terrestre, e le occultazioni di stelle e pianeti da parte della Luna.
Alcuni di questi eventi, catturati per caso durante le riprese, si possono vedere cliccando sulle lune accanto.

Articolo apparso nella rivista "Meridiana" della società Astronomica Ticinese

Impatti meteorici
sulla Luna

Marco Iten
e Stefano Sposetti



L'11 febbraio 2011 alle 20h37 TU un meteorite di qualche chilogrammo impattava la superficie lunare nei pressi del cratere Einstein (A). Parte del lampo di luce emesso dall'urto raggiungeva la Terra ed era catturato da due osservatori, uno a Gnosca e l'altro a Gordola. La durata del flash era di un decimo di secondo e di 8 mag di luminosità massima.


L'attrezzatura e le modalità dell'osservazione

Il nostro controllo della superficie lunare con videocamere risale all'inizio del 2009. Filmiamo soprattutto la sera, dal crepuscolo al tramonto. Stefano osserva da Gnosca. L'Osservatorio è nel fondovalle e l'orizzonte è piuttosto elevato. Per questo motivo a volte carica l'attrezzatura in auto e va a scegliere una postazione più favorevole. Non disponendo di una montatura trasportabile motorizzata, prende in prestito quella della Società Astronomica Ticinese, sulla quale pone il proprio strumento ottico, uno Schmidt-Cassegrain da 280 mm della Celestron. Cogliamo l'occasione per ringraziare la nostra Società e per ricordare che la SAT mette a disposizione alcuni strumenti ai soci che ne fanno richiesta. La montatura è una EQ5 della Skywatcher motorizzata e permette di filmare con l'autoguida. L'alimentazione è garantita dalla batteria dell'automobile. Le osservazioni fatte in questo modo sono piuttosto onerose in termini di preparazione e di tempo. Benché l'attrezzatura sia ridotta all'osso, ci sono molti apparecchi da collegare. L'ottica del telescopio, anche se protetta, subisce nel viaggio e nel montaggio qualche urto e alla fine la collimazione ne risente. Una volta installata, l'apparecchiatura non necessita di ulteriori manipolazioni. L'autoguida è in grado di mantenere la Luna nel campo di ripresa. Ogni tanto conviene comunque gettare un'occhiata al computer per controllare il download corretto dei dati.
I problemi iniziano quando il cielo non è buono. Se transitano nubi, l'autoguida perde l'aggancio alla Luna e l'immagine inizia a derivare. Altri ne insorgono quando l'alimentazione elettrica comincia a diminuire di tensione. La sessione osservativa serale dura solo qualche ora e raramente avviene senza intoppi. Tutto termina nel momento in cui la Luna cala al punto da inficiare la qualità del filmato. Una buona parte di osservazioni Stefano le effettua comunque da Gnosca con la strumentazione fissa allestita appositamente per lo scopo. In questo caso riesce ad attivare tutta l'attrezzatura in una manciata di minuti.

Marco filma da Gordola. L'ampio orizzonte locarnese è ideale per questo tipo di attività, ma è sottoposto a un inquinamento luminoso importante. L'attrezzatura è simile a quella di Stefano. La montatura è una EQ6 della Skywatcher motorizzata con possibilità di autoguida, indispensabile per filmare la Luna. L'ottica, un rifrattore Borg 125ED, è uno strumento meno luminoso di quello di Stefano ma di uguale qualità riproduttiva. Anche lui in pochi minuti prepara tutto quanto necessario (e, come già detto, non è poca roba) per essere pronto a iniziare le osservazioni.

Le analisi dei filmati
Il controllo dei dati registrati e la ricerca di eventuali impatti sulla Luna si eseguono a posteriori utilizzando un software concepito appositamente da specialisti della NASA. Capire e padroneggiare questo programma non è facile. La documentazione è in lingua inglese ed è carente di informazioni chiare. Ciò ne rende difficile l'uso. Fidarsi ciecamente dei risultati prodotti può rivelarsi pericoloso. A volte capita che un evento luminoso venga semplicemente ignorato dalle analisi. Abbiamo avuto diversi casi in cui un flash simultaneo veniva rilevato da uno di noi e non dall'altro. In questi casi bisogna controllare visivamente i filmati. Naturalmente tutto quanto è interposto tra la videocamera e la Luna viene per forza registrato nei nostri filmati. Troviamo di tutto: dall'aereo di linea alla rondine in alta quota, fino al palloncino scappato di mano a qualche bambino. Poi ci sono gli eventi ingannevoli che sono principalmente i raggi cosmici e i satelliti, funzionanti e non, che orbitano intorno alla Terra. I satelliti si possono identificare perché continuamente monitorati da istituti specializzati e la loro posizione è ben conosciuta.
In passato abbiamo vissuto un evento molto particolare che è stato risolto solo grazie alla distanza dei nostri due siti osservativi. Si trattava di un satellite molto distante e molto lento che emetteva brevi flash luminosi che simulavano un vero e proprio evento da impatto. I raggi cosmici invece producono eventi estremamente brevi, sono registrati in un solo field di 20 ms, sono generalmente molto intensi espazialmente distribuiti su alcuni pixel. Questi flash sono riconoscibili perché si distinguono da altri eventi di lunga durata. Inoltre la probabilità che due di loro colpiscano due sensori video nello stesso luogo e istante è praticamente nulla. Per raggi cosmici intendiamo anche quegli eventi di saturazione di alcuni pixel causati dalla radioattività naturale. Altri eventi interessanti che notiamo in ogni sessione di riprese sono le occultazioni lunari di stelle. Questi fenomeni riguardano un ulteriore campo di ricerca. È dunque decisivo,ai fini della detezione di veri flash da impatto meteorico, che il monitoraggio della superficie lunare venga fatto da due o più punti di osservazione.

Primo impatto catturato
L'11 febbraio 2011 abbiamo avuto la fortuna di registrare il primo impatto. La soddisfazione è stata grande perché l'evento ha coronato due anni di tentativi. Si è trattato probabilmente del primo evento registrato da astrofili in Europa. Solo in Spagna, qualche anno prima, un gruppo di professionisti aveva catturato tre impatti nel corso di un lavoro di monitoraggio. Questo loro progetto è stato di breve durata ed è già terminato. Sul nostro continente non c'è nessuno che osserva attualmente la Luna a questo scopo. Essendo il nostro primo, l'evento dell'11 febbraio ha comportato una serie di analisi alla quale non eravamo preparati. Raffaello Lena di Roma, fondatore del Geologic Lunar Research (GLR) group, nonché entusiasta studioso della Luna, ci ha aiutato parecchio in questa fase. Grazie a lui abbiamo redatto un rapporto esauriente sull'evento. Il risultato è pubblicato nel sito della rivista "Selenology Today" (http://digilander. libero.it/glrgroup/). E' possibile scaricare il numero come file PDF (http://digidownload. libero.it/glrgroup/selenologytoday23.pdf). La simultaneità del flash e la localizzazione nella stessa zona lunare in entrambi i filmati sono ovviamente il fattore più importante per associare il lampo a un eventuale impatto meteorico. Il fatto che la distanza che separa i due Osservatori sia di 13 chilometri aggiunge un elemento importante di discriminazione. Come detto, un satellite di origine terrestre potrebbe emettere un flash di luce proprio davanti alla Luna ma sarebbe identificato dall'angolo di parallasse dovuto alla distanza fra i due Osservatori. Il flash dell'11 febbraio non mostra alcun angolo di parallasse con un'incertezza di qualche secondo d'arco. La curva di luce è pure un fattore importante per la discriminazione: dopo il picco iniziale la curva deve avere un andamento decrescente, ed è proprio quello che si vede perlomeno in uno dei due filmati. Il flash ha avuto una luminosità massima di circa 8 mag, misurata mediante confronto con tre stelle presenti nel campo di ripresa. Infine la durata dell'evento è stata di circa 0,10 s. L'origine del meteoroide è probabilmente sporadica: in quel periodo dell'anno non erano attivi sciami maggiori. Da calcoli e successive simulazioni sembra che quest'impatto abbia provocato un cratere di qualche metro di diametro. Interessante, benché difficile, sarebbe tentare di identificare l'impatto mediante confronto fra le immagini antiche e quelle recenti che la sonda Lunar Reconnaissance Orbiter invia a Terra.
Abbiamo comunicato la nostra osservazione al Marshall Space Flight Center della NASA, che raccoglie questo tipo di informazioni e che l'ha pubblicata sul proprio sito.

Considerazioni finali
Osservare la Luna alla ricerca di questi eventi è affascinante. Lasciata alle spalle la fase di apprendimento, il lavoro da svolgere è relativamente poco oneroso. Una volta puntato il telescopio, collegati videocamera e inseritore di tempo, il sistema insegue la Luna e scarica centinaia di Gigabyte sull'hard disk automaticamente. Un software analizza successivamente i filmati in modo autonomo. Può essere interessante notare che questo tipo di osservazioni viene eseguito principalmente in un momento inadatto per altre osservazioni astronomiche, sia perché non è ancora completamente buio sia perché la Luna stessa disturberebbe. Incoraggiamo gli astrofili a intraprendere quest'affascinante attività invitandoli a mettersi in contatto con noi. Nel frattempo, analizzando l'ultima sessione di riprese effettuate all'inizio di aprile, è stato possibile identificare alcuni altri probabili impatti.






Articolo apparso nella rivista svizzera d'astronomia ORION 1/12

LICHTBLITZE AUF DEM MOND
Stefano Sposetti & Marco Iten


Am 11. Februar 2011 um 20:36:58 UTC ist vermutlich ein Meteorit mit grosser Geschwindigkeit auf die Mondoberfläche, in der Nähe des Kraters Einstein, eingeschlagen. Der durch den Einschlag erzeugte Lichtblitz wurde auf der Erde von zwei unabhängigen Beobachtern mit Video-Kameras aufgezeichnet.


Das Thema:
In den siebziger Jahren haben seismische Stationen, die auf dem Mond während des Apollo-Mondlandeprogramms installiert waren (Apollo Lunar Seismic Network), Mondbeben registriert, die von Meteoriten Einschlägen verursacht worden waren. Im Jahr 1999 wurden dann zum ersten Mal einige dieser Einschläge fotografisch festgehalten.
Lichtblitze und ähnliche Erscheinungen auf dem Mond sind schon in früherer Zeit und erst recht nach der Erfindung des Teleskops immer wieder beobachtet und beschrieben worden.
Nach heutigen Berechnungen sind Einschlagskörper, deren Explosion wir von der Erde aus erkennen können, mindestens einige Kilogramm schwer. In unserer Erdatmosphäre würden solche Brocken einen hellen Feuerball erzeugen, auseinanderbrechen und verglühen, bevor die Erde erreicht wird. Auf dem Mond hingegen schlägt so ein Geschoss ungebremst, mit einer Geschwindigkeit von bis 72 km/s, auf der Oberfläche ein.
Ein fünf Kilogramm schwerer Meteorit versprengt mit unglaublicher Energie 75 Tonnen Mondgestein und bildet einen Krater von über neun Metern Durchmesser.
Je nach Masse und Eigenschaft des Objekts verglüht und verdampft ein Teil der Materie beim Aufprall und es bildet sich ein mehr oder weniger hell aufleuchtender Lichtblitz. Auf der Schattenseite des Mondes kann man diese extrem kurzen Leuchterscheinungen beobachten.
Im Marshall Space Flight Center der NASA in Huntsville, Alabama, wird der Mond von zwei automatisierten und ferngesteuerten Systemen (ALaMO) ständig nach solchen Einschlägen abgesucht. Das Projekt heisst Lunar Impact Monitoring.

Aufgabe:
Anfangs 2009 haben wir (Stefano Sposetti & Marco Iten) beschlossen,  einen Teil unserer astronomischen Tätigkeit diesem neuen wissenschaftlichen Thema zu widmen. Wie schon erwähnt, handelt es sich dabei darum, die Schattenseite der Mondoberfläche zu beobachten, respektiv zu filmen und mögliche Meteoriteneinschläge aufzuzeichnen.
Eine klare und eindeutige Aufgabe, die mit relativ einfachen Mitteln und massvollem Einsatz zu bewältigen ist, dachten wir! Aber es kam anders.
Abgesehen vom üblich vorhandenen astronomischen Instrumentarium mussten wir verschiedene Geräte neu anschaffen. Dazu gehören eine super lichtempfindliche Videokamera, ein GPS Uhrzeit Empfänger mit Time Inserter (Garmin/Kiwi), ein Videograbber zur Signalumwandlung, einige zusätzliche Speicherelemente, um die vielen Daten aufzunehmen, natürlich auch Übertragungskabel und Stromleitungen, und nicht zuletzt die spezifisch für diese Arbeit konzipierten Softwares.
Alles in allem ist der Aufbau und die Bedienung dieser Komponenten sehr komplex und verlangt grosse Aufmerksamkeit und viel Geduld.
Mit Konstanz und etwas Hilfe von aussen (G. Dangl, Austria/ G.Varros, NASA-USA/ Peter S. Gural, NASA-USA/ G.Suggs, NASA-USA) haben wir die Anfangsschwierigkeiten überwunden und es konnte losgehen.
Interessierte finden hier noch zusätzliche Informationen:   http://www.nasa.gov/centers/marshall/news/lunar/program_overview.html

Ausrüstung:

Observatorium  Sposetti in Gnosca:

Teleskop                        = Celestron SC 280/2800
Reducer                           = f 3.3
Montierung                      = Losmany G11
Video Kamera                  = Watec 902H2 Ultimate
Video Grabber                 = LogiLink USB 2.0, S-Video
Zeit Einfügung                  = Kiwi-OSD mit GPS Garmin 18 LVT
Software Nachführung     = Nudger the Lunar Guider (G.Varros)
Software Aufnahme         = VirtualDub
Software Analyse             = LunarScan ( P.S. Gural )
Computer                         = Desktop
Stromversorgung             = Netz


Observatorium  Iten in Gordola:

Teleskop                         = Borg 125/800 ED
Reducer                           = ---
Montierung                       = EQ6
Video Kamera                  = Watec 902H2 Ultimate
Video Grabber                  = LogiLink USB 2.0, S-Video
Zeit Einfügung                  = Kiwi-OSD mit GPS Garmin 18 LVT
Software Nachführung     = Nudger the Lunar Guider (G.Varros)
Software Aufnahme         = VirtualDub
Software Analyse             = LunarScan ( Peter.S. Gural )
Computer                        = Notebook
Stromversorgung            = Netz / 12V Batterie

Video-Aufnahmen:
Wie die Erde, so wird auch der Mond seit Milliarden von Jahren von interstellarer Materie bombardiert. Ohne Atmosphäre ist er dieser zerstörerischen Gewalt ausgeliefert, seine von Einschlagskratern übersäte Oberfläche zeugt davon.
Peter S. Gural, Mitarbeiter der NASA, hat dazu einen sehr nützlichen Mondkalender, den Lunar Meteor Opportunities, Annual Showers, zusammengestellt. In diesem Kalender sind Berechnungen, sowie Grafiken und Tabellen bezüglich der wichtigsten jährlichen Meteorströme enthalten. Des Weiteren gibt es darin Angaben über die günstigsten Beobachtungszeiten von Meteoriten-Einschlägen bis ins Jahr 2061. Natürlich sind auch ausserhalb dieser Meteorschwärme jederzeit Einschläge auf dem Mond möglich, man nennt sie dann Sporadische.
Bei gutem Wetter filmen wir also den der Sonne abgewandten Teil des Mondes, abends ab dem dritten bis zehnten Tag nach Neumond und morgens ab dem neunzehnten bis sechsundzwanzigsten Tag nach Neumond. Abends beim Eindämmern oder früh in der Nacht geht es los. Die Beobachtungsplätze sind per E-Mail oder Handy verbunden. Stefano filmt in Gnosca (nördlich von Bellinzona) und Marco ca. 13 km entfernt in Gordola (unweit vom Lago Maggiore). Teleskope und Montierungen sind ausgerichtet, alle Verbindungen angeschlossen, am PC läuft das Aufnahmeprogramm VirtualDub und die Mondschattenseite mit eingeblendeter UTC Zeit ist im Bild sichtbar. Jetzt muss nur noch ein heller Punkt  im Mondbild angepeilt werden, damit Nudger (Nachführprogramm) seine Arbeit leisten kann. Wenn alles stimmt, kann es per Mausklick losgehen. In der Zeit bis zum Monduntergang respektiv zum Morgengrauen werden tausende von Megabytes im PC eingespeist, und beide Beobachter hoffen natürlich, viel gutes Bildmaterial aufzunehmen. Aber leider läuft selten alles rund, immer wieder kann es Probleme geben. Man muss also ständig in Bereitschaft sein und den ganzen Ablauf unter Kontrolle halten. Das Prozedere  wiederholt sich je nach Möglichkeit und Wetterbedingung in der folgenden Nacht. Es gab Zeiten, da haben wir bis fünf Nächte in Folge Video-Aufnahmen gemacht.

Analysen:
Wenn die schlaflosen Nächte eingeholt sind, geht es zur minuziösen, langwierigen, mühseligen, aber wichtigen Analyse  aller gespeicherten Video-Aufnahmen. Es wird nach einem winzigen Lichtpunkt auf einem stundenlangen Film gesucht. In neunzigtausend Einzelbildern pro Stunde soll ein kaum wahrnehmbarer Lichtblitz, irgendwo auf dem abgebildeten Mond gefunden werden. Erschwert wird die Suche durch die vielen störenden Erscheinungen, die in den Bildern zu sehen sind. Da gibt es Insekten, Flugzeuge, Satelliten, Vögel, Luftballone, Erd-Meteoriten, aber auch viele kosmische Strahlen (einem Lichtblitz ähnlich), Interferenzen der Elektronik, usw.
Eine optische Analyse von Auge ist bei dieser Menge an Bildmaterial fast unmöglich!
Hilfe kommt von Spezialisten der NASA , die eigens für diesen Zweck eine Software entwickelt haben (LunarScan). Dieses Programm durchsucht automatisch die Videoaufnahmen, extrahiert und speichert Lichtblitze und ähnliche Ereignisse. Nach mehrmaligem Durchsuchen mit unterschiedlichen Parametern, dieser Prozess dauert mehrere Stunden, sind hunderte von aussortierten Einzelbildern gespeichert und die müssen jetzt von Auge überprüft und nochmals ausgewertet werden. Diese Scannersoftware ist eine grosse Hilfe, aber leider bringt auch sie keine absolute Sicherheit, es kann vorkommen, dass trotz mehrmaliger Kontrolle ein Lichtblitz nicht erkannt wird.
Letztendlich werden die wenigen von Auge ausgewerteten erfolgsversprechenden Bilder, wenn überhaupt vorhanden, mit denjenigen des andern Beobachters verglichen. Gibt es eine exakte Übereinstimmung, und das ist sehr, sehr selten der Fall, braucht es noch einige zusätzliche Analysen, um einen möglichen Meteoriteneinschlag zu bestimmen.


Erster Erfolg:
Am 11. Februar 2011 haben wir, nach zwei Jahren und unendlich vielen Versuchen, unseren ersten möglichen Meteoriteneinschlag auf dem Mond filmen können.
Endlich ein positives Ereignis, das  in beiden Observatorien zu gleicher Zeit und exakt an gleicher Stelle registriert wurde.  
Freude und Genugtuung waren riesig, aber der Vorfall hat uns überrascht und wir waren für die nötigen zusätzlichen Analysen und Berechnungen nicht vorbereitet.
Zum Glück hat uns Raffaello Lena aus Rom, Gründer des GLR (Geologic Lunar Research group) und leidenschaftlicher Mondforscher, seine grosszügige Hilfe angeboten. Dank ihm war es möglich, einen ausführlichen Bericht über das Ereignis zu erstellen.
Alle Resultate, Berechnungen und Bilder sind auf der Homepage von Selenology Today (http://digilander.libero.it/glrgroup/) und  (www.sposetti.ch) zu finden.

Nach diesem ersten Erfolg ist es uns gelungen, in Videoaufnahmen vom 8. bis 10. April 2011, fünf weitere relativ hell aufleuchtende Blitze zu registrieren, drei davon sind in den Bildern von beiden Beobachtern zu sehen, die zwei anderen aus unterschiedlichen Gründen leider nicht.
Im Marshall Space Flight Center der NASA werden alle möglichen Meteoriten-Einschläge, die von unabhängigen Mond-Beobachtern entdeckt werden, registriert. Siehe:
(http://www.nasa.gov/centers/marshall/news/lunar/independent_impact_candidates.html)


Es geht weiter:
Seit Januar 2009, während dem Aufbau und den Proben der ganzen Infrastruktur mussten etliche und unterschiedliche Probleme gelöst werden. In unendlich vielen Beobachtungs-Einsätze gab es Dutzende von Stunden Video-Aufnahmen und mindestens so viele für die Analysen und Auswertungen, und immer wieder erwarteten wir hoffnungsvoll ein positives Ereignis. Es wollte einfach nicht klappen! Gewisse Zweifel  kamen auf, aber wir haben trotz allem nicht locker gelassen und geduldig weiter gemacht.
Endlich kam die Belohnung, unser erster erfolgreich beobachteter Lichtblitz auf dem Mond, und bis heute sind glücklicherweise noch einige Neue dazugekommen. All diese Ereignisse sind vermutlich Meteoriten Einschläge, aber hundertprozentige Sicherheit würde nur das Auffinden eines neuen Einschlagkraters geben, und dies festzustellen, ist nicht mehr unsere Aufgabe.
Mit neuem Elan und etwas Stolz richten wir weiterhin unsere Instrumente in die Mondnacht und suchen das Ungewisse.
Wir hoffen natürlich, dass wir mit unserem Beitrag auch das Interesse anderer zum Mitmachen geweckt haben, wir würden uns darüber sehr freuen und stehen für Fragen gerne zur Verfügung.

Articolo pubblicato nella Rivista Svizzera D'Astronomia "ORION" 4/13.

Lunare Lichtblitze
Von Marco Iten & STefano Sposetti

Seit unserem ersten Erfolg im Februar 2011 haben wir über 200 Stunden Videoaufnahmen von der Schattenseite des Mondes analisiert und ausgewertet und bis heute dreizehn mögliche Meteoroiden-Einschläge erkannt und bestätigt.
Das ist eine kleine Zahl verglichen mit dem grossen Zeitaufwand während zweier Jahre. Es zeigt sich, dass mögliche Einschläge auf dem Mond, welche von unserem Instrumentarium wahrgenommen werden, relativ selten vorkommen.

In der "Orion" Ausgabe
1/12 haben wir ausführlich über unsere Überwachungstätigkeit berichtet.

Astro-Enthusiasten gesucht
Von diesen dreizehn möglichen Meteoroiden-Einschlägen sind acht während dem zunehmenden und fünf während dem abnehmenden Mond erfasst worden, (Bild1). Folglich ist zwischen Neu- und Vollmond eine höhere Einschlagswahrscheinlichkeit zu erwarten. Alle dreizehn Ereignisse sind sporadischen Meteoroiden zuzuordnen.
Der hellste und längste Lichtblitz, der von beiden Beobachtungsposten erfasst und bestätigt wurde, ereignete sich am 21. Oktober 2011, mit einer Helligkeit um 8mag und einer Dauer von etwa 0,12s (Bild 2+3).

Unser Vorhaben ist es, die Häufigkeit und Auswirkungen dieser Einschläge auf dem Mond zu quantifizieren. Wir wollen versuchen die Beziehung zwischen Helligkeit und Dauer des Lichtblitzes, mit den Eigenschaften des einschlagenden Objekts und dessen Verwüstung auf der Mondoberfläche, zu berechnen.

Ein Vergleich mit den Zahlen von Forschern der NASA, die mit automatisierten und ferngesteuerten Observatorien den Mond überwachen, ergaben im gleichen Zeitraum einundsechzig Registrierungen (2011-2012).
Im Gegensatz zu unseren, sind die Mehrheit von der NASA registrierten Mond-Impakte durch die jährlichen Meteorströme verursacht. Ein günstigeres Zeitfenster ermöglicht es ihnen, diese erfolgreich zu erfassen.

Im Amateurbereich gibt es leider noch wenig Interesse sich mit diesem Thema zu beschäftigen. Über Astro-Enthusiasten, die mit uns zusammenarbeiten und dazu beitragen möchten, das Wissen über diese faszinierenden und flüchtigen Erscheinungen zu erhöhen, würden wir uns sehr freuen.

Unser Know-how ist kostenlos.


 
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